«Massimo Troisi e quel cuore rumoroso» I giochi, le feste, i semi di pomodoro, la malattia, il sosia americano: a vent'anni dalla morte, il ricordo dell'attore. E di una vacanza speciale passata assieme a lui «Massimo, ma che orologio hai, una cipolla da tasca? » . «No, non è l'orologio, è il mio cuore» . Era notte. Nella penombra del soggiorno dove ci eravamo incontrati vagando alla ricerca di un rimedio all'insonnia, percepivo, amplificato dall'assoluto silenzio della stanza, un leggero ticchettio del quale però, guardandomi intorno, non riuscivo a capire la provenienza. Fu così che Massimo Troisi, con il suo tono scanzonato e un po' esitante da ragazzo timido, mi rivelò di avere problemi cardiaci. Anzi, che li aveva avuti, ma sembrava che tutto fosse risolto. E guardandolo era difficile pensare il contrario. Quella notte a Porto Rafael (Costa Smeralda), nella casa di vacanza del nostro comune amico Vittorio Zeviani (che ogni estate ospitava